lunedì 29 novembre 2010

Crazy Love for Michael Bublé: a dream coming true!

Ieri ho realizzato uno dei miei tanti sogni: assistere ad un live di Michael Bublé. E non uno qualsiasi, ma alla centesima tappa del Crazy Love Tour, nel mitico Madison Square Garden.

Non so nemmeno da dove iniziare a raccontare!
Già essere al Madison era emozionante... è un palazzetto enorme ma costruito perfettamente, in modo che anche noi poveracci relegati nell'ultimo anello abbiamo una visuale magnifica e in linea d'aria siamo abbastanza vicini al palco.

Un pò disappointed quando scopriamo che il concerto inizierà alle 21, non alle 20 come era scritto ovunque, ci risolleviamo subito quando il gruppo spalla apre la serata riempiendo questo gap temporale.
FORMIDABILI! Un gruppo vocale a cappella, formato da sette ragazzi di colore, ognuno dei quali "impersona" uno strumento musicale e/o canta. Roba da rimanere a bocca aperta! Riescono alla grande nell'intento di scaldare l'atmosfera, non solo cantando ma anche intrattenendo il pubblico.
Si chiamano Naturally 7, e vi consiglio vivamente di documentarvi e guardare qualche video delle loro esibizioni, perchè meritano davvero!

Dopo di loro, bisogna aspettare ancora qualche minuto, ma poi è il suo turno.

Lights off, un occhio di bue con la sigla "MB" si muove sul palco, poi il sipario si apre.
C'è un altro sipario, illuminato di bianco, contro cui si stagliano le sagome di un uomo ed un'orchestra.
Il pubblico esplode, lo spettacolo ha inizio!
"Cry me a river", una delle sue canzoni che mi piacciono di più, apre le danze col suo ritmo incalzante, e si conclude con lo scoppio di fuochi d'artificio sul palco.
L'incipit è perfetto, a bomba!

Sinceramente, non ricordo la scaletta o tutte le canzoni che eseme, ma non è importante.

Quell'uomo è meraviglioso.
Non è un cantante, è uno showman. E' un piacere per occhi e oreccihe, fa sognare e commuovere ma fa anche morire dal ridere. E' un artista. E' un grande!

Dopo le prime due canzoni, si interrompe per salutare ed introdurre la serata.
Interagisce col pubblico: la primissima cosa che fa è leggere un paio di cartelloni portati dalle fan. Una chiede una foto, lui risponde "Shit, yes!", la fa avvicinare al palco e si china per fare questa foto con lei.

30 secondi dopo, sentendo il delirio del pubblico, dice qualcosa tipo che ci ama troppo e non può resistere, e si butta in mezzo alle prime file ad abbracciare un pò di fan.
Racconta che questo è stato un anno fortunato per lui, perchè tour ed album sono andati bene, e sta anche per sposarsi. Al che il pubblico reagisce, e lui risponde più o meno così: <<Ringrazio quel quarto di pubblico che è felice per me, ma amo anche quelli che mi hanno fischiato e gli altri, che sono mariti e fidanzati delle donne presenti, e che hanno pensato "Ma dai, è così gay... è impossibile che si sposi!">>. E giù a ridere. (potete trovare il video di questo momento QUI, grazie a questa xomareesa che ha caricato delle vere chicche!!!)
Ma questo è solo un esempio...
La presentazione dei musicisti è esilarante, così come il mini tributo-imitazione di Michael Jackson e l'esescuzione di "Twist and shout"!

Da notare che fa quasi un terzo del concerto su una mini piattaforma in mezzo alla platea, raggiunta camminando fra le persone mentre cantava.
E' lì durante uno dei momenti commoventi della serata, ovvero quello in cui introduce "Home" (questo video l'ho fatto io!) dedicandola ai soldati che passeranno il Natale lontani dalle loro famiglie, ed eseguendola nel buio più totale, accompagnato solo da una chitarra - e da tutto il pubblico.

Ah, altra cosa che mi piace moltissimo è il suo invito iniziale a lasciarsi andare, perchè lasciandoci andare potremo trasformare la serata in un momento indimenticabile. Ci invita a ballare con fidanzati e fidanzate, a cantare se sentiamo di volerlo fare, <<e se il vostro vicino vi dice "Stai zitto, sto ascoltando Michael Bublé!", voi rispondetegli "Stai zitto tu!". Non preoccupatevi, tanto New York è una grande città, non rivedrete più quei vicini di sedia!>>.

Sulle canzoni niente da dire: lui ha una voce stupenda, una capacità interpretativa grandiosa, è originale e molto "jazz" nel modo in cui introduce sempre piccole variazioni sul tema... anche se fosse "solo" un ottimo cantante, il suo concerto meriterebbe. Ma il fatto che lui sia molto più di questo, ti permette di immergerti in un mondo parallelo in cui due ore volano come se niente fosse.


Lo show si conclude con "Haven't met you yet", ma poi ovviamente Michael esce di nuovo per il bis, composto da "Feeling good" (mi pare), "Me and Mrs. Jones" e "A song for you". Di sicuro quest'ultima canzone regala uno dei momenti più emozionanti della serata.
E' un brano che racconta di un cantante che parla alla sua donna, ma io ho come l'impressione che lui si stia rivolgendo a tutto il suo pubblico, dicendo che non c'è niente di più importante per lui, che per quanti palchi abbia calcato nella sua carriera, è con quel pubblico che lui sta condividendo quel preciso momento, e che quando entrambi si ritroveranno da soli, potranno ricordare il tempo che hanno trascorso insieme, e tutti quelli che ascoltavano potranno ripensare al fatto che era per loro, e soltanto per loro, che stava cantando quella canzone.
Molto toccante, oltre che per il significato, anche perchè ad un certo punto passa la parola ad un trombettista (comparso all'improvviso poco distante da noi), che esegue un assolo mentre Michael, al buio, si toglie il microfono.
L'ultima parte del brano la canta così, senza microfono, nudo. Solo la sua voce, pura e tanto potente da incantare ed avvolgere migliaia di persone, per ringraziare ancora una volta, con tutto se stesso.
Non so gli altri, ma io stavo per mettermi a piangere per la perfezione ed il pathos di quel momento.

Non ho altro da dire, se non che il mio sogno è diventato realtà andando anche oltre le aspettative...
Ringrazio la Tere che era con me, ringrazio New York per l'ennesima volta, e ringrazio quell'uomo e artista fantastico che è Michael Bublé.

Ultimissima cosa: Leonora, ho pensato a te quasi tutto il tempo. Prima o poi dovremo andare insieme ad un concerto di Michael, perchè è magia pura e la voglio condividere con te. E, sinceramente, spero anche che un giorno tu possa provare quello che ha provato lui ieri sera.
Anzi, ci credo! :)

giovedì 25 novembre 2010

The Thanksgiving Chronicles

Ed ecco che ho festeggiato il mio primo Thanksgiving day!!!



Stamattina sono andata ad assiderarmi alla parata... siccome non sono ligia al dovere, sono arrivata in ritardo - non come le centinaia di migliaia di milioni di ammerigani doc che si sono appostati all'alba nei punti strategici (e non so come siano sopravvissuti, dato il gelo che imperversava).
Il sunto finale è che ho scoperto che la parata del giorno del Ringraziamento è in realtà una grande festa dei palloncini! :D
Tutti i bambini hanno in mano il loro palloncino, tutti i venditori ambulanti dispensano palloncini, nella parata sfilano quei bellissimi palloni giganti... un grande dispendio di elio, insomma! :)
Nonostante la miriade di persone che occupava le strade, lo spettacolo è stato piacevole e molto caratteristico... di quelle cose che sai che esistono, che magari hai visto in fotografia o in qualche servizio al telegiornale o in internet, e che all'improvviso ti rendi conto che esistono davvero! Mentre guardavo i palloni sfilare in effetti mi sono ritrovata a pensare: "Cavoli, sono davvero qui, sono davvero a New York...", e quasi quasi non ci credevo.
Surreale ma bello, come diceva Hugh Grant a Julia Roberts in "Notting Hill"!

L'unico "piccolo" neo erano proprio le temperature... fino a ieri ovviamente ci sono stati sole e teporino, e oggi tutto grigio e veramente gelido! In effetti mi sono chiesta più di una volta perchè tutti quei genitori fossero così sadici da portare i loro bimbi piccini a congelare alla parata per ore, quando avrebbero tranquillamente potuto guardarla in tv... poveri ghiacciolini ambulanti! Che comunque non sembravano curarsene particolarmente... sarò io che sono una pappamolla, magari.

In ogni caso, se volete dare un'occhiata alle foto che ho fatto, come al solito le trovate nel mio album.

Ma non esiste Thanksgiving senza dinner...
...ed ecco che, dopo aver accolto la mia amica che è arrivata qui oggi from Italy with love, siamo andate al ristorante prescelto, il Chat'n'chew. Prescelto perchè mi è capitato sotto il naso mentre andavo a lezione l'altro giorno e perchè era economico. Criteri di prim'ordine! :D
Abbiamo mangiato una vera cena del Ringraziamento: tacchino arrosto con la sua salsina, stuffing (ripieno), cranberries, mac'n'cheese, purè di patate, patata dolce al forno con la cannella e fagiolini con la loro salsina.
Tutto buonissimo! E tanto come sempre... (anche perchè prima di tutto ciò c'era stato l'antipasto - ma io che sono una donna healthy avevo preso l'insalata)
Momento dessert: dopo un'articolata dissertazione sui tipi di torte - dovuta al fatto che la pumpkin pie era ahimè finita - abbiamo optato per una fetta di apple pie e una di chocolate coca-cola cake (che poi era una tortona supercicciosa al cioccolato, a tre strati intervallati con crema al cioccolato). STRA-BUO-NE! Peccato che fossimo già piene... comunque l'apple pie me la sono finita io :P e la torta cioccolatosa ce la siamo fatta incartare ed ora è nel frigo che attende di essere sbranata domani per colazione!
Thanksgiving dinner promossa a pieni voti!!!
(le foto arriveranno a breve su facebook)

In conclusione, ho deciso che esporterò la celebrazione di questa festività anche in Italia... per lo meno a casa mia. Mi piace! Sia a livello gastronomico che di significato... ora potrei fare tutta una disquisizione sul fatto che ringraziare è qualcosa di positivo, che mi piace fare appena ne ho l'opportunità perchè credo che faccia del bene a chi ringrazia tanto quanto a chi viene ringraziato (se non di più). Ma non mi perdo in queste elucubrazioni.
Semplicemente: trovo che ringraziare sia importante, e mi piace farlo. Non solo un giorno all'anno, ma è bello che almeno in una giornata ci si fermi un secondo tutti a riflettere su ciò che si ha e su chi o cosa si sente di voler ringraziare...
Quindi, come ho detto stamattina, voglio ringraziare questa città che mi sta permettendo di fare un sacco di esperienze tutte diverse fra loro, che mi stanno arricchendo moltissimo da tanti punti di vista, e voglio ringraziare in primis i miei genitori senza i quali non sarei potuta essere qui (e non sarei potuta essere punto, come mi ha fatto notare qualcuno), così come tutte le persone - lontane ma vicine, e anche quelle vicine vicine - che mi regalano tutti i giorni una ragione per sorridere.
GRAZIE!

E voi, per cosa siete grati?

mercoledì 24 novembre 2010

From the laundry with love

Eh sì, questo post lo scrivo dalla lavanderia.
E' un post vecchio stile, che nasce sulla pagina di un quaderno e poi, quando è pronto per il grande passo, si trasferisce nel posto che gli spetta nel mondo virtuale. :P

Ma bando alle ciance, primo argomento: Harry Potter and the Deathly Hallows.

Farfalle (e popcorn) nello stomaco prima dell'inizio. Aspettative alte, forse troppo, perchè siamo giunti all'ultimo episodio... alla prima metà dell'ultimo episodio. Che poi, già 'sta scelta di dividere la storia a metà non mi sconfinfera. O meglio, è bene che l'abbiano fatto, perchè gli eventi sono talmente tanti che in un film solo non ci sarebbe stato abbastanza spazio per tutto. Quindi ok, vi perdono per avere diviso la storia a metà, ma a questo punto il vostro lavoro dovete farlo bene fino in fondo.
Il mio giudizio finale è: non so mica se mi è piaciuto... cioè: mi è piaciuto, è ovvio, è Harry Potter! Ma proprio perchè è Harry Potter e non altro, mi aspettavo un pò di meglio. E qui si torna al discorso delle aspettative troppo alte di cui sopra. Mi dimentico sempre che un film e un libro  non sono la stessa cosa... semplicemente, forse io sono più adatta per i libri.
Fatto sta che sono rimasta un pò perplessa per alcune cose: forse la mia memoria mi ha tradito, forse la mia scarsa dimestichezza con quell'accento così British (che fatica capire le parole dei personaggi!!) mi ha confuso, ma ho avuto la netta impressione che oltre a tagliare pezzi della storia - che ci può stare entro certi limiti - ne abbiano alterati altri. Forse per rendere la trama più semplice e/o avvincente?
Per esempio: non mi pare proprio che, nel trasferimento iniziale di Harry, Edvige venisse lasciata libera... ricordo che era chiusa nella sua gabbia fra le ginocchia di Harry, o sbaglio?
Altro esempio: Harry ed Hermione che ballano nella tenda?! O l'avevo totalmente rimosso per qualche arcano motivo, o è una trovata alquanto ridicola (come testimoniano appunto le risate scoppiate in sala) degli sceneggiatori per spruzzare un pò di miele in una storia amara.
Ultimo appunto: è tutto talmente veloce che la drammaticità di certi passaggi, come la morte di Edvige o Dobby, si perde quasi completamente. E' come se gli eventi fossero abbozzati ma non si entrasse in profondità. ...forse è una cosa inevitabile nella trasposizione cinematografica di una storia tanto complessa.

Detto ciò, il film è fatto bene e ci sono alcune scene davvero notevoli, e in ogni caso è sempre e comunque bello rivedere i maghetti del mio cuore in azione... anche se, visto quanto amo questa saga, vorrei che il film la rispettasse completamente, a costo di dover durare 10 ore invece che 2!

Parentesi location: seguendo il consiglio di un ragazzo molto gentile, non sono andata in un cinema qualsiasi ma nello Ziegfeld Theater... luogo magico e storico, è davvero un gioiello! Un'unica sala con più di mille posti a sedere (come ai vecchi tempi), tutto ricoperto di velluto rosso con decorazioni color oro e grandi lampadari...
Consiglio vivamente a chi è a New York di andare a vedere almeno un film lì: l'atmosfera è impagabile, sembra di entrare in un teatro sfarzoso degli anni '50!
Quindi grazie mille ad Andrew per il suggerimento!

Secondo argomento: il giorno del Ringraziamento sta arrivando... e con lui anche un'amica che non vedo da qualcosa come dieci anni! New York fa le magie e ci fa ritrovare dopo tutto questo tempo... e non solo: in questi giorni che trascorreremo insieme, sia io che lei avremo modo di realizzare due nostri sogni!
Si preannuncia una settimana molto intensa e speciale... non vedo l'ora di raccontarvi di cosa si tratta! :)

Ora credo sia il momento di tornare ad occuparmi del bucato, che è là che gira e mi guarda dall'oblò dell'asciugatrice! :D

domenica 21 novembre 2010

Autumn in New York


Sono stata a Central Park.
Sì, di nuovo.

Ho esplorato una zona nuova in cui ancora non ero stata, pronta a riempirmi coi colori dell'autunno.
Ho camminato quasi quattro ore, senza nemmeno accorgermene, rapita dalla magia...

   
Oggi, a differenza delle altre volte, non ho sentito il bisogno e la voglia di innamorarmi immediatamente.
Oggi ERO innamorata... innamorata di Central Park, dei rossi gialli arancioni verdi viola e di tutte le sfumature che mi circondavano, degli specchi d'acqua che riflettevano alberi e palazzi, degli scoiattoli che mi tagliavano la strada, dei sentieri grigi che serpeggiavano in mezzo alle distese di foglie, delle viste mozzafiato che mi sorprendevano ad ogni angolo che giravo. Innamorata dell'autunno a New York.

E mentre passeggiavo col naso all'insù e a bocca aperta, non vedevo l'ora di poter condividere tutta quella meraviglia con qualcuno.


In realtà, non trovo le parole giuste per esprimere quello che vorrei... in compenso, ho trovato una canzone (qui nella versione di Frank Sinatra): Autumn in New York.
Questo è il testo, che contiene un pò di quello che questa stagione trasmette:

Autumn in New York
Why does it seem so inviting
Autumn in New York
It spells the thrill of first-nighting

Glittering crowds and shimmering clouds
In canyons of steel
They're making me feel - I'm home

It's autumn in New York
That brings the promise of new love
Autumn in New York
Is often mingled with pain

Dreamers with empty hands
They sigh for exotic lands

It's autumn in New York
It's good to live it again

This autumn in New York
Transforms the slums into Mayfair
Autumn in New York
You'll need no castles in Spain

Lovers that bless the dark
On benches in Central Park

It's autumn in New York
It's good to live it again


...ma, in questo caso, niente è più efficace delle immagini.                          
Qui ne potete trovare un assaggio, ma vi consiglio con tutto il cuore di andare a vedere le altre che ho caricato sull'ALBUM numero 3 nel mio profilo facebook.

Ah, giusto per non farsi mancare nulla... mentre passeggiavo tranquillamente nel parco, un uomo che camminava venendomi incontro ha attirato la mia attenzione. Cappotto, sciarpa, cappello, occhiali - stava fumando, mi pare, non ne sono sicura perchè a quel punto la mia mente aveva iniziato a scandagliare il suo viso, con quei baffi conosciuti, e non riusciva a prestare attenzione ad altro... ...era un attore... ...ma chi?... ...non riuscivo a ricordare il nome... ...eppure era famoso... ...ah sì, ha anche recitato la parte del fidanzato di Monica in Friends, per un periodo... ...com'era che si chiamava?!... ......Tom Selleck! Sì, Tom Selleck! :D
(no, non avevo le traveggole... ho avuto il dubbio per un pò, ma poi ho notato che gli altri avventori del parco lo riconoscevano molto più in fretta di me, quindi era proprio lui!)
Il bello di una città come New York è anche questo... :)

sabato 20 novembre 2010

Jingle bell rock!


Ci siamo, la prima ventata di Natale è arrivata forte e chiara...
...e io mi ritrovo a canticchiare "Jingle bells rock" ininterrottamente!

Stamattina, come vi avevo anticipato ieri, sono tornata ad Union Square - la mia seconda casa, ormai - per andare al Farmer's market a comprare frutta e verdura, ma soprattutto per fare una passeggiata fra le bancarelle del brand new Holiday Market (la prima di una lunga serie, già lo immagino)!

Tutte bancarelle originali e particolari, la maggior parte vende prodotti fatti a mano o comunque di artigianato, provenienti da vari luoghi del mondo. Gli stand più rappresentati sono quelli di berrette (fantastiche, sono stata lì lì per comprarne una a forma di leone ma poi sono rinsavita XD ) e di gioielli (raffinati e degni di nota!).
Tutto un pò costosetto, o per lo meno non economico, se contate che ho chiesto il prezzo di diverse berrette e ogni volta mi sono sentita rispondere non meno 25-30$.
Fra le bancarelle di oggettistica varia, ogni tanto ne sbuca una (solitamente minuscola) da cui proviene odore di cannella o di cioccolato... eh sì, hanno pensato proprio a tutto! Cosa c'è di meglio che passeggiare in un mercatino, al freddo e al gelo, e potersi riscaldare con un bel bicchierone di hot apple cider o hot chocolate?
Gli stand gastronomici - o meglio dolciari - sono rappresentativi di Stati Uniti, Germania, e Belgio... quindi si possono trovare cookies ai gusti più svariati, omini di zenzero (prima o poi dovrò assaggiarne uno), cioccolata, e il mitico miticissimo stand Wafle & Dinges!

Ma siccome gli americani non si fanno proprio mancare niente, il particolare che rende ancora più suggestivo gironzolare in questo market è la musica! Sparse qua e là (in posizioni perfettamente calibrate) ci sono casse che diffondono canzoni natalizie... sempre le solite, sai che solfa, direte voi. E invece no, erano sempre le solite canzoni, è vero, ma in versioni cover davvero originali e piacevolissime!
Chi ha "congegnato" questo mercatino ci ha visto lungo... un'atmosfera così magicamente natalizia ti rende positivamente predisposto all'acquisto, col sorriso sulle labbra!

...ed è per questo che, quando ho notato che il sorriso sul mio volto era diventato abbastanza ebete, mi sono spostata verso la zona del mercato dei contadini, e ho fatto i miei acquisti! Mele e broccoli, per la precisione... sono brava eh? Applausi, grazie! :D

In ogni caso, oggi era particolarmente curata anche quella zona del mercato... alcune bancarelle erano ricoperte di ghirlande, una più bella dell'altra!!! Ma quelle erano più al passo coi tempi: tutte ispirate al Thanksgiving Day... le ho incontrate per ultime, e sono state la visione perfetta per chiudere questa parentesi natalizia e tornare coi piedi in autunno! :)

ps: QUI trovate foto della mia passeggiata serale di ieri e dell'Holiday Market!

venerdì 19 novembre 2010

Shopping, oh shopping!

Finalmente.
Vado a Union Square quasi tutti i giorni, e l'uscita della metro corrisponde esattamente con l'entrata di Forever 21. Ogni singola volta sbircio dentro, poi cerco di tirare dritto per non cadere in tentazione.
Se sto andando all'università e sono in anticipo, entro a dare un'occhiata, tanto so che non avrei abbastanza tempo per fare la fila alla cassa - per cui al massimo cado in tentazione, ma non compro nulla.

Oggi, però, è giunto il grande momento: andare seriamente a fare shopping in quel mondo fatato chiamato Forever 21.
Obiettivi: vestiti invernali + qualcosa di elegante per un'occasione specialissima che sta per arrivare. :)

Dopo un'ora e mezza di gironzolamento e varie prove d'abito, sono giunta a queste conclusioni:

1) dovrò tornare al negozio la settimana prossima, quando ci saranno i saldi, per comprare una borsa e almeno uno di quei meravigliosissimi vestitini di cui ora, qui, non mi faccio nulla... ma che potrò sfruttare quest'estate tornata a casa!!!
2) le ragazze americane non hanno freddo? Tutti i vestiti eleganti sono sbracciati o talmente fini che si può vedere attraverso il tessuto...
3) ho trovato questo gioiellino di gonna (anche lei sottilissimissima), che in realtà dal vivo sembra più blu scuro che grigio scuro.
Apro un sondaggio: se volessi usarla per quell'occasione specialissima che dicevo prima, a parte metterci le calze sotto perchè altrimenti mi assidero, cosa potrei abbinare sopra?! Lasciate perdere l'orrido abbinamento del sito... sti americani fanno tanti bei vestiti ma poi li mixano in modi inguardabili! Attendo consigli, molto speranzosa! (considerate che sarà un'occasione speciale, elegante ma non superformale)
4) alla fine della fiera, ho comprato: un mega cardigan bianco intrecciato - thick and warm, un altro cardigan più sottile da studentessa collegiale, rosso scuro, scelto soprattutto perchè c'è ricamato un gufetto simpaticissimo sulla spalla!, un maglione nero con ricamato in bianco il muso di un leoncino... *__*  e questo maglione vince il premio "Anche da solo, valevo il viaggio!", un paio di pantaloni skinny rosso scuro (la mia autostima ringrazia fortemente, perchè sono taglia 42!), una catenina lunghissima con appeso un cuore intarsiato ed una minitrousse con 6/7 ombretti. Il tutto per la modica cifra di 99$, corrispondenti a circa 72€!!! Bargains in NYc!!! E' troppo una soddisfazione fare compere così...

Lo shopping è un'invenzione meravigliosa, ci sta sempre bene... ma ci sono certi momenti in cui è proprio la ciliegina sulla torta!
Mi sento così bene ora, e mi sentirò ancora meglio quando tornerò lì per approfittare dei saldi fra una settimanina! :D

Ah, novità che stanno montando in questi giorni e credo sarà pronta domani: l'Holiday Market a Union Square! ...arriva il Natale!!! :)
Domattina devo comunque andare al mercato a comprare frutta e verdura (oggi ero talmente in estasi per lo shopping che me ne sono completamente dimenticata), quindi non mancherò di dare un'occhiata!

mercoledì 17 novembre 2010

My first Thanksgiving dinner!

Ok, il giorno del Ringraziamento è la settimana prossima... ma io cosa ci posso fare se l'International Student Service ha organizzato la cena per oggi?! :D
Sono appena tornata a casa, ed è stata una bella esperienza come speravo!

Una ventina di ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo ed iscritti a diversi corsi di laurea, un bel pò di cibo americano tipico di questa festività, un cerchio in cui ognuno ha ringraziato per ciò che riteneva giusto ringraziare, e tante tante chiacchiere...

E' bello quando ci si siede attorno ad un tavolo con perfetti sconosciuti e si riesce a far volare una paio di ore in totale serenità! Devo dire che effettivamente tutte (o quasi) le persone che ho conosciuto da quando sono arrivata qui avevano qualcosa di interessante da raccontare e mi hanno dato l'opportunità di trascorrere piacevoli ore o giornate... di sicuro questa è una delle cose di New York che amo di più: forse perchè è piena di gente di passaggio, ragazzi giovani che hanno qualcosa da raccontare, perchè c'è un motivo se si trovano qui... ed ascoltare voci così differenti l'una dall'altra è sempre avvincente!

In più, oggi ho ricevuto un altro regalo dalla natura: a pochi passi dalla porta di casa mia c'è un alberino solitario, che non avevo mai notato ma che improvvisamente mi è saltato agli occhi... magrolino, ma con una gran chioma giallo oro! L'ho notato stamattina, uscendo di casa per andare all'università, perchè le foglie gialle si stagliavano contro i nuvoloni neri che coprivano il cielo.
Poi abbiamo avuto un altro incontro d'amore quando tornavo a casa... il sole lo illuminava completamente e, vi giuro, sembrava risplendere di luce propria! Una meraviglia, quasi come se fosse un'enorme torcia!

E anche ora, per la terza volta in una giornata, sono rimasta incantata a guardarlo... le luci rosse del semaforo gli hanno dato una sfumatura arancione, bellissima contro il blu scuro del cielo. A completare il quadro, una luna quasi piena.
...se non è arte questa!
(trovate altre tre foto nel mio album su facebook)

Quindi, alla fine di questa giornata, voglio ringraziare New York che mi regala ogni giorno qualcosa da ricordare!

martedì 16 novembre 2010

Thoughts and clouds

La distanza non esiste. O meglio, esiste, ma non come la si intende in prima battuta.
La distanza non è fatta di chilometri...
Banalmente, adesso stiamo attaccati al computer tutto il giorno, e fra facebook, skype, blog ed email quasi quasi i contatti con amici e parenti sono più frequenti che quando si è fisicamente vicini!
Certo, il virtuale può soddisfare solo vista e udito... e dopo un pò la mancanza dell'uso di tatto, olfatto, e anche gusto, si sente. Parlo delle relazioni umane, non in generale.
Ma trovo che sia meglio la distanza chilometrica rispetto a quella emotiva... o vibrazionale, che mi piace di più, perchè le vibrazioni sono emozioni, pensieri, parole, intenzioni... tutto è vibrazione, e quella va oltre qualsiasi distanza chilometrica, quando la si mantiene viva, mentre può accadere anche il contrario.

Può capitare di essere a pochi isolati di distanza da una persona, ma di non sentirla. C'è, è vicina fisicamente, e potrebbe significare tanto in un momento in cui tutti gli altri, o la maggior parte di loro, sono lontani. Ma evidentemente vibra ad un'altra frequenza, e non si riesce ad accordarsi... il che rende la vicinanza fisica totalmente inutile.

E poi può capitare che, nello stesso momento in cui ci si rende conto di questa "lacuna", si percepisca in avvicinamento una vibrazioncina che è sulla stessa frequenza della propria, si decida di andarle incontro e, facendolo, si crei una bella amplificazione di entrambe le onde! E non importa che la sorgente della seconda vibrazione sia lontana a livello geografico... le onde se ne fregano dei chilometri!
In più, sommate l'energia alla tecnologia e il gioco è fatto...

Basta poco per riuscire ad azzerare una distanza, basta poco per trasformare una giornata pensierosa in una sorridente, basta poco per ridere fino alle lacrime, basta poco per far tornare in vita piccoli particolari che ormai erano solo ricordi, basta poco per avere una piccola iniezione di gioia.
Azzerare le distanze --> iniezioni di gioia : è una questione matematica! :D

Con tutto ciò cosa volevo dire? Niente di preciso, solo riflessioni... ma spero che le vibrazioni continuino a lavorare a braccetto con la tecnologia per annullare le distanze e spargere un pò di sorrisi sia qua che "là"!

Mentre elaboravo il mio pensiero, le nuvole del titolo sono diventate pioggia... avevo pensato di salutare con "Thoughts and clouds" della mia Mali, ma a questo punto cambio idea...
...ten million Fireflies per augurarvi la buonanotte!
(e chi deve capire, capirà... spero :)

lunedì 15 novembre 2010

Il punto della situescion

Per la serie "a New York può succedere di tutto", al compimento del mio secondo mese di permanenza qui faccio un attimo il punto della situescion, in modo da raggruppare ed avere a portata di mano tutti i luoghi in cui i miei tentacolini curiosi sono approdati in quest'avventura...

...nel giro di due settimane, sono apparsa in tre luoghi virtuali pubblici e ne vado fiera!

29 ottobre 2010
First of all, la gentilissima Luana mi ha intervistato per il suo blog Anime Nomadi, che raccoglie le interessanti storie di donne che hanno deciso di vivere sparse per il mondo per periodi più o meno lunghi. Qui potete trovare la pagina che mi riguarda.

01 novembre 2010
Seconda apparizione, di cui non vado certo meno fiera :D , è quella sul blog di Wafels & Dinges, catena di furgoncini delle meraviglie che vendono i belgian waffles più paradisiaci del mondo! E voi vi chiederete: ma cosa ci fa l'Arianna sul blog dei wafel trucks?! Andate qui e lo scoprirete... ma preparatevi a ridere!


08 novembre 2010
Last, but absolutely not least, dopo mesi passati a leggere Nuok seguendolo appassionatamente, e dopo aver finalmente conosciuto live la sua "mamma" Alice e tutta l'allegra combriccola, ho incastrato anche io il mio personale pezzettino per arricchire quel bellissimo puzzle! La NYC Marathon mi aveva ispirato talmente tanto che ho sentito il bisogno di mettere per iscritto le impressioni e le sensazioni che avevo provato... ed ecco che è nato questo pezzo!
Consiglio spassionato: dato che facebook ormai ce l'avete tutti, diventate fan della loro pagina... vi assicuro che non ve ne pentirete, è davvero interessantissima e piena di spunti per osservare New York da punti di vista alternativi e innovativi, o anche solo per sognare ad occhi aperti!


Bene, direi che questo post un pò autocelebrativo può concludersi... ora torno coi piedi per terra! :D

domenica 14 novembre 2010

"Ordinarie" avventure newyorkesi...

Appuntamento alle 13.30 a Times Square con l'Ilaria, compagna ravennate di avventure newyorkesi.Obiettivo: fare la luuuunga fila di TKTS per accaparrarsi i biglietti per un qualche spettacolo di Broadway, da decidere al momento. Yay, non vedo l'ora di inaugurare la mia esperienza di teatri americani!

Ci avviciniamo alla colonnina che segnala quali spettacoli hanno il biglietto scontato, ma:
a) sono indicati solo gli show del primo pomeriggio
b) non c'è niente che ci ispiri particolarmente
Decidiamo di gironzolare fino alle 2, ora in cui dovrebbero essere comunicati gli sconti per gli spettacoli serali.

Disney Store: ci sono delle bambole meravigliose delle principesse Disney... e vorrei tanto conoscere una bambina a cui regalarle, giusto per aver la scusa per poterle comprare! Da quel punto di vista non crescerò mai: le favole Disney sono sempre belle vive nel mio cuoricino.

Forever 21: ogni volta che ci si entra si vorrebbe comprare tutto... i vestiti costano talmente poco che praticamente ti saltano in braccio dalla gran voglia che hanno di essere comprati!!! Non parliamo poi di tubini e vestitini minuscoli vari ed eventuali... bisognerebbe sul serio comprarli tutti... tanto prima o poi li si usa!

Torniamo alla colonnina TKTS, proviamo ad aspettare il cambio degli spettacoli in un punto che pensiamo sarà strategico quando sarà ora di mettersi in fila (poi scopriamo di aver toppato in pieno... va bè, buono per la prossima volta!), poi cambiamo idea e chiediamo informazioni a un simpatico giovine sugli spettacoli serali. Il succo del discorso è che noi vorremmo vedere the Lion King o Wicked, e ovviamente sono gli unici due per cui non esistono biglietti scontati! -.-'
Non solo, ma per avere i biglietti di Wicked bisogna pure partecipare ad una specie di lottery, della serie che oltre a pagare devi avere anche del culo per andare a vedere lo spettacolo... quindi riunciamo.
Andiamo ad informarci per the Lion King, ma i biglietti economici sono tutti sold out... quindi rinunciamo, di nuovo.

Cara Broadway, mi dispiace sarà per la prossima volta!

Domanda: e ora cosa facciamo? C'è il sole, è un bellissimo pomeriggio tiepido di fine autunno... passeggiamo verso Central Park, che è sempre un'ottima meta a prescindere!
E intanto cerchiamo qualcosa da mangiare, che stiamo entrambe morendo di fame...

Cerca che ti ricerca, cerca che ti ricerca, continuiamo a camminare perchè non troviamo niente... arriviamo a Columbus Circle, entriamo nel centro commerciale che si affaccia sulla piazza ma niente, usciamo di nuovo e io, vedendomi davanti al naso uno Starbucks, punto dritta verso quella direzione che tanto si sa che qualcosa lì si trova.

Ma guarda, cosa sono quelle? Telecamere? Wow quante... ci dev'essere qualcuno di importante! Sì, guarda anche quanti curiosi fermi a guardare...
"No crossing, no crossing pleaaaaaseeeeeeeeeeee!" (= Non attraversate, non attraversate per favoreeeeeeee!)
"What's going on?" (= Cosa succede?)
"Movie, motorcycle stunt scene... you can't cross, it's for your safety!" (= Un film, una scena di stunt con un motore... non potete attraversare, è per la vostra sicurezza!)
"Oh... is there anyone famous?" (= Oh... c'è qualcuno di famoso?)
"Yes, Ben Stiller" (= questa la capiscono tutti anche senza traduzione :P )

...Ben Stiller?!?!? Bene, la merenda può aspettare! Ci fermiamo sul marciapiede e aguzziamo lo sguardo... ed eccolo lì, in giacca e cravatta e coi capelli incredibilmente grigi (me lo ricordavo più giovane)!
Che correcorrecorre velocissimo dietro a una telecamera che lo riprende... e poi torna indietro e cincischia un pò prima di rigirare la scena... e così via.
Sto motore che deve fare la scena di stunting non si vede, e siccome sto per attraversare la strada ed addentare Ben Stiller in persona decidiamo che è ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Comprate le nostre pappe buone da Starbucks, torniamo fuori e ci rimettiamo in postazione.

E' comparso un tizio che assomiglia tantissimo a Ben Stiller e che ipotizziamo essere la sua controfigura. Comunque lui è ancora lì, s'è messo un giubbotto perchè fa freddo ma è lì. Lo paparazzo (le prove le trovate sul mio solito album su facebook) e poi proviamo ad attraversare la strada per avvicinarci e vedere la scena più da vicino... ma ciccia, ci fanno deviare dalla parte opposta. Va bè, tanto abbiamo freddo, è ora di andare.
Passiamo in mezzo a tutto l'armamentario della troupe, comprese sedie dei vari operatori e del regista, con su scritti i nomi, il che fa un certo effetto!

Ah, il titolo del film non lo ricordo... però pare che uscirà all'incirca nell'estate 2011, se vi interessa.

Tappa successiva dell'"ordinario" pomeriggio: Plaza Hotel!
...e così puoi vedere da vicino dove vanno in vacanza i veri ricchi... ma ricchi ricchi eh!
La cosa più impressionante sono i muri ricoperti di marmo e il soffitto della sala da the... ah, per la cronaca: il the delle 5 costa 45$ a persona, però bisogna rendere loro il merito del fatto che ti portano anche un vassoio a 3 piani pieno di pasticceria mignon!
Diamo un'occhiata anche alla sala da ballo ma, pfui, cosa volete che sia... una robina da nulla!

Uscite dal magico mondo delle favole dell'alta società, attraversiamo la strada ed entriamo a curiosare in quello tecnologico dell'Apple store: un cubo di vetro con lo stemma della mela fa da ingresso, ma lo store è sottoterrra... stracolmo di gente, stracaldo... giusto il tempo di controllare il prezzo dei portatili Apple e dare un'occhiata alla mail (intanto che c'eravamo) e siamo fuggite. Preferisco il Plaza e i suoi ricconi.

Dopo di che le nostre strade (mia e dell'Ilaria, non mia e dei ricconi) si dividono, e io mi intrufolo in Central Park per fare qualche foto all'arancione, al giallo e al rosso fuoco degli alberi... mi basta il primo passo sotto le loro chiome, con lo small pond (il laghetto) davanti a me, e sono già a bocca aperta.
Non c'è verso, ogni volta, ogni singola volta che metto piede in questo luogo ne rimango incantata. E' magico... ora poi, con tutte queste sfumature cromatiche che sembrano finte dal gran che sono intense, è un capolavoro della natura.
Fosse per me, pianterei una tendina da qualche parte e vivrei qui dentro vita natural durante.

Ho camminato rapita verso nord, e ad un certo punto l'ho vista: la pista da pattinaggio!!!

Location bellissima, circondata da salici e dal laghetto... ovviamente decido all'istante che ci tornerò, e non riesco a distogliere lo sguardo dalle persone che volano sul ghiaccio, con la musica in sottofondo e gli alberi che abbracciano la pista, a loro volta incorniciati dai grattacieli che iniziano ad illuminarsi... magia, magia pura, non c'è altro modo per spiegarlo!

Se per caso qualcuno che sta leggendo questo blog ha intenzione di farmi innamorare, bè, ecco la ricetta: caro ragazzo, portami a Central Park e cadrò ai tuoi piedi. Ma se vuoi andare ancora più sul sicuro, portami a pattinare sul ghiaccio in quel luogo meraviglioso... al solo pensiero, sto già vedendo cupido che svolazza e prende la mira per scoccare la sua freccia! 

Quando la luce è talmente poca che la mia fotocamera smette di collaborare, cammino - ad un metro da terra - verso la metropolitana, e torno a casa.

...un'ordinaria domenica pomeriggio a New York ti sa sempre e comunque stupire...!

sabato 13 novembre 2010

Romagna, Romagna miaaaaaaaa!!!

Lo so che oggi ho già scritto, ma questo evento merita un post immediato!

Premessa: quando cercavo casa, ho capito che questa dove sono ora era quella giusta anche per una "coincidenza" (e chi mi conosce sa che credo che le "coincidenze" abbiano sempre un significato)... ovvero, a 30 secondi dal mio appartamento c'è un ristorante chiamato Il Passatore ! E chi è romagnolo sa benissimo chi è il Passatore... vi dico solo due dettagli: è nato a Bagnacavallo (ovvero a 10 km da casa mia, quella vera a Piangipane) il 4 agosto del 1800equalcosa... uhm aspettate... chi altro è nato il 4 agosto??? Ah, sì, giusto: io!!!

Insomma, da quando vivo qui mi sono sempre detta che questo posto era da provare...

Il loro menu, a dire la verità, non è poi così tanto romagnolo, a parte qualche "idea" qua e là. Però hanno una cosa fondamentale: LA PIADINA.

Stasera stavo morendo di fame (vedi post precedente) e avevo bisogno e voglia di cibo vero, sostanzioso.
Dopo aver cambiato idea per l'ennesima volta nella giornata, ho scartato il progetto della pizza di Motorino ed ho avuto un'illuminazione: perchè non fare un salto al Passatore e provare la loro piadina???

Detto fatto!!!

Intanto, c'è da dire che i camerieri sono italiani. Quello con cui ho parlato non è romagnolo, ma mi ha chiesto di dov'ero e quando ho risposto che sono di Ravenna mi ha detto "Ah, come gli altri!"... quindi suppongo ci siano dei romagnoli veri nascosti in cucina - o magari anche fra gli altri camerieri!

Ma c'è stato un dettaglio per cui non sapevo se ridere o piangere (di commozione, perchè entrando lì ho sentito un pò di mancanza della mia romagna): la maglietta dello staff del ristorante.
A parte il logo con la faccina del passatore, c'era stampata la frase: "L'aqua la fa mêl, è ven è fa cantê."
Cioè, non so se mi spiego! Lacrimuccia che è durata per tutta l'attesa della mia piadina da asporto (con prosciutto crudo, mozzarella e rucola, n.d.a.)...

Già me la pregustavo mentalmente, chiedendomi se fosse la vera piadina o una fake terrible one come capita spesso qua. Anche perchè ho promesso ai miei coinquilini che l'avrei provata, e se fosse stata quella vera li avrei portati ad assaggiarla!

E così, appena me la consegnano bollente, avvolta in una sportina con su la stampa "I love NY" (mi piace questo meltin pot culturale!!), salutandomi tutti allegramente in italiano (sul serio), io corro corro corro verso casa prima che si raffreddi!
Ho il tempo anche di farle un paio di foto, e quando la addento è ancora bollente...

Giudizio finale: non era come la vera piadina. L'ho notato subito, al primo sguardo... ma ma ma...!
Ma - era un impasto molto buono comunque, al gusto abbastanza simile ad una piadina (più riccionese che ravennate).
Ma - in ogni caso, non gliene faccio una colpa perchè con gli ingredienti americani dubito che si riuscirebbe a fare la vera piadina romagnola doc, quella bella grossa e piena di strutto che si mangia a Ravenna.
Ma - il prosciutto VERO che era dentro la piadina era talmente buono, ma talmente buono, che mi ha fatto dimenticare tutto il resto!!! E mi ha fatto rendere conto di quanto mi mancasse il prosciutto crudo!!! Altro che tutti gli ham pieni di conservanti che mangiano qua, che non sanno di niente se non di aromi artificiali... PROSCIUTTO CRUDO is the answer!!!

Purtroppo avevo talmente tanta fame che la piadina non mi ha riempito, e sto continuando a spiluccare da ore.

In ogni caso, il mio cuore e le mie papille gustative hanno promosso a pieni voti il Passatore... quindi, a presto camerieri italiani!!!

Un muffin non è un pranzo

Dopo una mattina passata a tergiversare, pensando alla ricerca bibliografica che dovevo fare per il tirocinio ed osservando il sole e il cielo azzurro che mi sbeffeggiavano apertamente, mi sono decisa ad uscire.

Premessa: stamattina mi sono svegliata con una fame atavica ed insaziabile... e solo perchè ieri sera ho fatto una cena leggera, una volta tanto!
Quindi, quando sono uscita alle 11.30 stavo già morendo di fame, di nuovo.
Sono passata davanti al Bagle Store, ho pensato di prendermi un bagle... ma poi ho resistito.
Arrivata a Union Square, mi sono incamminata verso la biblioteca e quando ero in zona 5th Ave. ho pensato di deviare un attimo e prendermi una bella insalatona da Pita Joe... ma poi ho resistito.
Ho camminato fino al Washington Square Park e l'ho attraversato, decisa ad infilarmi dentro la biblioteca... ma poi non ho più resistito. Stavo letteralmente svenendo dalla fame!
Allora ho iniziato a gironzolare intorno alla NYU library, finchè ho trovato una specie di tavola calda per gli studenti, dove ho comprato un megamuffin ai mirtilli: il mio pranzo.

Era la mia seconda volta alla NYU library... quel posto è una meraviglia. Se non fosse che fuori c'erano il sole ed un bel teporino, sarei stata felicissima di chiudermi là dentro.
Giusto per provare a darvi un'idea, ecco una foto che ho trovato in internet:

Comunque, vi assicuro che non rende. E' un luogo immenso, talmente pulito che ci si può riflettere sul pavimento, silenzioso, solenne ma giovane, accogliente, funzionale, ricco... è davvero indescrivibile. E quello che ho pensato, fin dal primo istante in cui ci ho messo piede, è che noi, nelle nostre università italiane, non avremo mai un luogo del genere. Mai, nemmeno nelle migliori!
E pensare che questo edificio è solo uno dei tanti che compongono il campus della NYU!!!

Non che la mia avventura lì dentro sia stata particolarmente emozionante... ma anche sì, in un certo senso.
Ho mangiato il mio muffin nello snack lounge, una stanza con tavoli e tv in cui gli studenti possono consumare cibi e bevande (nel resto dell'edificio è vietato). Lì per lì mi ha riempito, ed era pure buono, quindi ero soddisfattissima della scelta e dell'ottimo rapporto qualità prezzo del mio pranzo! :D

Dopo di che mi sono trasferita in una delle aule computer... che ve lo dico a fare, una distesa di computer della Apple, tutti funzionanti, ben distanziati uno dall'altro, con scrivanie enormi e dotate di sedie super comode. Tre ore a scartabellare virtualmente fra articoli su comportamento non verbale, body esteem vs body disregard, desire to change e chi più ne ha più ne metta... sono passate con un filo di gas, per dirla alla romagnola!

Ma ad un certo punto, subdolo, ho iniziato a sentire un gorgoglio allo stomaco... saranno state le 2, troppo presto, e ho deciso di ignorarlo. Ogni volta che mi si ripresentava, cercavo di distrarmi con qualcos'altro.
Ma poi, insomma, ad un certo punto bisogna dar retta ai bisogni del proprio corpo... avevo mal di testa per tutte le ricerche bibliografiche e una voragine si era spalancata del mio stomaco... e così ho partorito l'idea del secolo: andare a mangiare un bell'hamburgerone con le patatine fritte!
Nota nr.1: erano le 3 e mezza.
Nota nr.2: questo mi ha fatto chiaramente intuire che un muffin, per quanto grande e buono e pieno di mirtilli, non è un pranzo decente!

Cerco compagni di avventura, per non fare questa americanata da sola, e intanto mi incammino verso il Corner Bistro, posticino che voglio provare perchè Fabio Volo, nel suo libro "Il giorno in più", dice che ci si mangiano gli hamburger migliori di New York.

Ho tergiversato un pò in Washington Square Park perchè il pomeriggio era stupendo e le foglie rosse e gialle mi chiedevano di essere fotografate (potete vederle nel mio album di foto su facebook).
Intanto il tempo passava, io mi avvicinavo al locale ma avevo ricevuto solo risposte negative o non-risposte dagli amici a cui avevo chiesto compagnia....
Per farla breve, alla fine mi faceva troppa tristezza il pensiero di andare a mangiare un hamburger da sola in pieno pomeriggio... per cui ho tirato dritto fino alla fermata della metro, decisa ad andare al Wafel & Dinges truck davanti al Guggenheim, per papparmi un turbo-waffle e poi fare una passeggiata a Central Park.

Mentre ero in metro, però, ho pensato che i waffle che ho in omaggio (questa è un'altra storia, che vi racconterò) sono 2, e che ho promesso al mio coinquilino che andremo a consumarli insieme così lui si potrà finalmente mangiare il tanto agognato waffle con sciroppo d'acero e bacon... e allora niente, sono rimasta sulla metro che mi ha riportato dritta dritta a casa.

Ancora prima di togliermi il giubbotto, mi sono fiondata dentro al frigo e ho afferrato un dolcino fatto di riso e latte (avete presente il risolat? ecco). La voragine si è solo placata...
...ed ecco che è iniziato lo step successivo: trovare qualcuno per andare a mangiare sto benedetto hamburger stasera per cena, almeno.
Ma oggi la sfiga culinaria mi perseguita: nessuno ha raccolto il mio invito... mannaggia la miseria!!!

Mi sa che mi toccherà tenermi il mio craving per hamburger e patatine... ma magari ordinerò una bella pizza da Motorino, che è qui attaccato a casa mia e pare faccia vere pizze napoletane!

Morale della favola: non pranzate con muffin ai mirtilli... rischiate di entrare in una spirale infinita di craving culinari insoddisfatti!

venerdì 12 novembre 2010

...e alla fine ci sono cascata anche io!

E' vero, avrei potuto iniziare prima... ma mi sono detta: "Ho già il profilo su facebook, che mi porta via tempo a sufficienza, figuriamoci se ora mi metto anche ad aprire un blog!!!".
Cos'è cambiato? Niente... solo che, a forza di leggere blog a destra e a sinistra, blog pieni di storie interessanti e di spunti di riflessione, blog inaugurati in occasione di "nuovi inizi" all'estero... insomma, il vaso è traboccato, ed eccomi qua!
Non so se e come questo blog proseguirà, ma almeno ora so di avere uno spazio in cui poter riportare briciole della mia avventura qui a New York... che regala sempre scorci così interessanti che si sente proprio il bisogno e la voglia di condividerli!

I buoni propositi ci sono, insomma... intanto rimando alle foto che ho pubblicato nella mia pagina di Facebook:
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3 (in aggiornamento)

A presto!